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Trasferimento Tecnologico: costruire il tessuto connettivo tra ricerca e impresa

15 Ottobre 2019
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di Laura D'Ettole

 

Tredici aziende, con una media di tre o quattro dipendenti ciascuna, e una forte ricaduta sul territorio sotto forma di collaborazioni e consulenze. Questo è il bilancio dell’attività del DII in termini di spin-off nate nell’arco di quindici anni ed è questo il focus dell’evento che si è tenuto alla Camera di commercio il 3 ottobre, dal titolo: Le spin-off del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione.

 

 

Hanno preso parte al workshop anche due aziende leader del settore ICT come Computer Gross – oltre un miliardo di fatturato con percentuali di crescita a due cifre negli ultimi anni - e Bizdev. L’obiettivo, al di là della presentazione delle start up nate da una costola del DII, era duplice. Offrire un contributo al loro sviluppo grazie a partnership aziendali di alto livello, e favorire sinergie sul mercato globale con sistemi locali del calibro di Hong Kong.

 

Il trasferimento tecnologico è una delle missioni fondamentali dell’università e “il nostro Dipartimento è stato fra i primi in Italia a strutturare l’attività di creazione di spin – off” sottolinea Stefano Giordano, docente di Telecomunicazioni al DII e coordinatore del Crosslab IIOT per questo evento. Oggi il settore Ict è uno dei più vitali sul territorio pisano e il contributo del Dipartimento è certamente un punto di forza nell’Arno Valley. Le tredici start up nate da Ingegneria dell’Informazione seguono le sue specializzazioni disciplinari nelle aree biomedica, elettronica, telecomunicazioni, robotica e informatica. Ma il mercato, nel tempo, le ha fatte evolvere e trasformare.

 

La prima nata, nel 2003, è WiTech, che si occupa soluzioni di progettazione, pianificazione e gestione di reti Wireless LAN. “E’ stata costituita solo da studenti, senza alcun docente nella compagine azionaria, con il tutoraggio di due professori” continua Giordano. Recentemente l’azienda ha dato vita a Cloud4wi, con sede a San Francisco (Usa) e testa a Pisa, dove hanno sede i laboratori di ricerca. Studia le abitudini della clientela in ambito analytics e ha raccolto investimenti di fondi americani per un totale di 11 milioni di dollari. Sicuramente un caso aziendale di successo, ma non è il solo.

 

“Il processo di valutazione delle spin-off, oltre alla verifica delle loro qualità tecnico scientifiche, è attento al fatto che nel giro di qualche anno siano in grado di diventare indipendenti per portare occupazione e sviluppo sul territorio” prosegue. E qui entra in gioco il secondo obiettivo del convegno: aprirsi ad una collaborazione con altri ecosistemi leader sul mercato globale. Uno di questi è certamente Hong Kong che recentemente sta intensificando la sua attività di collaborazione e investimento di risorse verso aziende e università europee. “Cercheremo di dare vita a scambi, azioni integrate e simmetriche su aree da loro individuate come la moda, il tessile, l’arte orafa, l’industria 4.0 o l’invecchiamento della popolazione”. Ma questo comporterà un’azione ben più ampia: non solo il cluster pisano, ma l’intera regione dovrà essere capace di agire in forma sistemica.

 

Info: https://www.dii.unipi.it/news/events/le-spinoff-del-dii