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Il braccio robotico prenditutto made in Pisa
Sono due braccia robotiche antropomorfe che possono prendere un sasso e subito dopo una delicata tazzina di porcellana senza romperla, proprio come se fossero gli arti di un essere umano, anche se ovviamente la posto del cervello hanno telecamere e sensori. Sono il frutto del lavoro del gruppo di ricerca guidato da Lucia Pallottino, docente di robotica al Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Università di Pisa e coordinatrice del CrossLab Advanced Manufacturing.
Saranno brevettate a breve (la procedura è ancora in corso), insieme ad un altro braccio che svolge, al posto dell’uomo, una funzione molto particolare nell’ambito della logistica: taglia e rimuove la plastica dei pallet. All’inizio del 2020 i due prototipi verranno presentati alle aziende attraverso Crosslab. La platea potenziale è molto ampia: teoricamente tutte le imprese che hanno un’attività di movimentazione logistica.
“Oggi la logistica ha un peso sempre più importante, e le imprese hanno ancora un problema da risolvere: dotarsi di sistemi automatizzati che possano prelevare le merci più svariate con sicurezza e flessibilità” dice Pallottino. Attualmente, come è noto, queste funzioni vengono svolte a mano con sforzo, ripetitività e potenziale pericolo. Il tema è molto presente nell’agenda europea che ne ha fatto il fulcro di un progetto denominato Iliad. Il progetto ha ricevuto finanziamenti per oltre 5 milioni di euro, e coinvolge numerosi Paesi, università (fra cui Pisa) e aziende europee.
“Il nostro team attraverso Crosslab, vuole proporre il nostro braccio robotico sia a coloro che desiderano risolvere un problema in ambito logistico, ma anche alle imprese che ancora ignorano di averlo, così come a Pmi che non hanno alte capacità d’investimento”. Il sistema funzione così: una mano afferra l’oggetto prendendone la forma, anche se non l’hanno mai visto prima, e l’altra l’aiuta fungendo da supporto. Se la prima assomiglia ad una vera e propria mano robusta, elastica e adattabile, la seconda no: è un supporto piatto con un nastro trasportatore molto lontano da un aspetto umanoide. Il prototipo per ora può caricare fino a un massimo di 3/4 chili, ma una volta in produzione potranno nascere modelli molto più potenti.
Il braccio singolo, invece, quello che rimuove l’involucro dei pallet ad oggi è una novità assoluta. Ha un ingombro equivalente al braccio robusto di un uomo. Entrambe le invenzioni verranno montate su un veicolo a guida autonoma e in questa forma saranno presentate alla valutazione delle aziende. Due spinoff del DII, qb robotics e proxima robotics, possono provvedere all’industrializzazione.
(di Laura D'Ettole)